Gli studi

Dal progetto al prototipo

Là dove tutto ha avuto inizio

Il prototipo VERA+ Profil presentato da Peugeot al NEC Motor Show del 1982, nel Regno Unito, segnerà l’inizio dell’avventura 309. Questo prototipo, che fa seguito al prototipo VERA su una base di Peugeot 305, ha beneficiato di una grande attenzione da parte degli nigegneri di casa Peugeot per ottenere un coefficiente di penetrazione nell’aria e un consumo di carburante il più basso possibile (grazie a un motore diesel). Malgrado qualche differenza con la Peugeot 309, questo prototipo dà vita alla linea generale del veicolo, così come i numerosi studi stilistici l’hanno definita.
Al fine di ridurre al massim oi costi di investimento, numerosi elementi sono presi in prestito da modelli esistenti, comprese le porte che provengono dalla Peugeot 205.

Gli studi

Mentre la squadra di Paul Bracq rifiniva il progetto M24 (futura Peugeot 205) nel 1980. la squadra di Style Avancé PSA comincia a progettare una versione più grande. I lavori della squadra di Paul Bracq, così come quelli del progetto C2 (Simca Horizon) saranno uniti per provare a sviluppare un nuovo veicolo. In un primo tempo, nel 1981, gli studi saranno indirizzati ai volumi del veicolo e più realizzazioni in taglia reale saranno sviluppati, tra cui una versione tre volumi, ispirata alla Peugeot 305, che vuole essere più rassicurante per il marchio. Questa versione non sarà scelta, perchè PEugeot deciderà di riservare la versione tre volumi a un modello familiare più spazioso. Questa stessa versione sarà più tardi ripresa per il progetto D60 (futura Peugeot 405). A causa dei costi di investimento, la Style Avancé PSA recupera degli elementi del progetto M24, che a quel punto è stato finito e quindi è stato prodotto qualche prototipo. Nel 1982, la Style Avancé PSA presenta un prototipo che annuncia il futuro veicolo, il prototipo Peugeot VERA+ Profil che unisce tutte le acquisizioni dei progetti M24 e C2. Questo prototipo è in realtà molto più che un semplice prototipo, annuncia le nuove tendenze del marchio leonino, desideroso di rispondere alla domanda e preannuncia la vetturqa economica del domani. E’ precisamente su questo studio che la Style Avancé PSA continua le sue ricerche, già molto avanzate. La linea generale del progetto C28 è decisa e gli studi si concentrano ora sull’identità stessa del veicolo. Contrariamente alla M24, la Style Avancé PSA vuole che il futuro prodotto abbia un’immagine più mascolina, al fine di soddisfare una clientela più adulta e matura. La parte anteriore della M24 è modificata e le forme generali sono più squadrate, più massicce e quindi più mascoline, per essere più rassicurante. La griglia è rielaborata, i proiettori principali e le luci lampeggianti sono più grossi, più quadrati.

Pertanto, se la parte anteriore del veicolo non crea particolari problemi, è sulla parte posteriore a cui va portata l’attenzione della squadra. Il prototipo VERA+ Profil annuncia la nuova parte posteriore del futuro veicolo: una quinta porta dal vetro largo che unisce il portellone posteriore e il fondo. La seconda parte del lavoro riguarda le luci. Ancora una volta, la Style Avancé PSA vuole dei fari più mascolini di quelli della M24, che è ormai testata in condizioni reali. Una nuova identità viene creata dal marchio e la Style Avancé PSA s’ispira direttamente ai suoi prototipi per realizzare due fari posteriori composti di linee. Queste linee danno un’idea di serietà e stabilità, adatte al padre di famiglia esigente. Inizialmente separate, le linee vengono infine riunite al fine di rendere il tutto più omogeneo e mascolino, riaffermando l’idea della griglia a tre linee del progetto M24. Più tardi, questo disegno sarà ripreso sulla Peugeot 505 fase 2.
Nel 1983, quando il progetto M24 è lanciato sotto il nome di Peugeot 205, la Style Avancé PSA detiene un progetto ultimato.

Il quadro di comando

Il quadro di comando della Peugeot 309 è spesso stato criticato. Malgrado una qualità di rifinitura abbastanza semplice, e una certa austerità, è stato fatto un grande passo avanti. Gli ingegneri si sono fortemente ispirati ai risultati ottenuti da Peugeot e Talbot per creare un quadro visivamente omogeneo, dalle linee mascoline e innovatrici. Creando questo nuovo quadro di comando, gli ingegneri Peugeot avevano il dovere di creare una personalità tutta nuova agli interni della Peugeot 309, una nuova identità che si discostasse dai disegni delle Peugeot 205 e 305, giudicati troppo “insipidi” e troppo “antiquati”, e avviando la nuova direzione che avrebbe preso il marchio leonino. Una prima bozza è stata realizzata usando un volante di Peugeot 305, il quale era stato installato sugli ultimi modelli di Talbot Solara. Nella sua versione finale, la zona passeggeri sarà rivisitata, il rinforzo superiore sarà posizionato più in alto per permettere il piazzamento di un vero e proprio vano portaoggetti e nell’insieme sarà più arrotondato al fine di rispondere meglio alle misure di sicurezza.
Questo quadro di comando, spesso criticato, annuncerà quindi il futuro degli interni “alla PEugeot”. Gli ingegneri riprenderanno i suoi disegni per i quadri delle Peugeot 405, 205 e 505 fase 2, 605, 306, senza dimenticare la 309 fase 2, ovviamente. La Peugeot 309 è quindi stata una pioniera nel dominio dello stile degli interni Peugeot, ed è grazie al lavoro degli ingegneri su questo veicolo che i modelli seguenti hanno avuto una nuova identità.

I progetti incompiuti

Peugeot 309 Break

Poco dopo il lancio della Peugeot 309 nel 1985, Peugeot studia una versione familiare della Peugeot 309, dove il tetto si prolunga fino al fondo del veicolo; altrimenti detta una break, estate, station wagon o soltanto wagon a seconda della parte del globo in cui vi trovate. Il compito è affidato interamente alla società francese Heuliez, la quale lavora sugli studi concettuali e di produzione per differenti costruttori automobilistici e che è specializzata in piccole tirature per mercati di nicchia o versioni particolari. Questa società si è spesso occupata delle versioni break dei veicoli di origine PSA, e lavora a stretto contatto con quest’ultima. Il progetto doveva essere presentato al Salone dell’Auto, a Parigi, nel 1986, ma Peugeot era esitante su questa versione. Heuliez non ha presentato il progetto fino al 1988, al Salone di Ginevra. Il prototipo presentato era di tipo “due in uno”: il lato destro del veicolo mostra un break dall’aspetto di una 5 porte, e il lato sinistro mostra una versione dall’aspetto di una 3 porte (una sola porta laterale).

Contemporaneamente, Peugeot fa realizzare degli studi di mercato per vedere se il progetto è valido. I risultati sono esaustivi: la perdita di tempo e la sostituzione della Peugeot 309, la futura Peugeot 306, già in studio, vanno finalmente a decidere le sorti del progetto. La versione break non vedrà quindi mai la luce.

Progetti Gruau

Anche la società di carrozzeria Gruau, specializzata nelle carrozzerie industriali, proporrà due varianti alla Peugeot 309 uscita dalle catene di montaggio Peugeot. Il primo studio finalizzato nel 1987 riguarderà soltanto il portellone della Peugeot 309 fase 1, di cui si critica già dal principio la soglia di carico troppo elevata. La modifica del carrozziere permetterebbe di abbassare tale soglia integrando i fari posteriori direttamente al portellone. La modifica, che renderebbe quindi più facile il carico di oggetti pesanti, risponde a una reale esigenza dei consumatori, e Peugeot l’incorporerà dal giugno 1989, con il lancio della Peugeot 309 fase 2.
Durante lo stesso periodo, il carrozziere Gruau s’interesserà anche a una versione cabriolet della Peugeot 309. Finalizzata nello stesso anno (1987), la modifica copiava di fatto la cabriolet Peugeot 205, integrando quindi un cerchio centrale che apportava una rigidità supplementare e manteneva il tettuccio visibile in posizione ripiegata.

Progetto Etud’Integral

Presentata al Salone del Tuning nel 1987, la Peugeot 309 break “Modul R” è in realtà una Peugeot 309 alla quale la società ha rimosso il portellone per rimpiazzarlo con un modulo intercambiabile che permette di guadagnare spazio alla maniera di un break. Etud Integral, fondata nel 1984, segnò così il suo primo progetto. La società non commercializzò le sue realizzazioni, il modulo non è quindi disponibile alla vendita, contrariamente alle modifiche proposte da Gruau.

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